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Cuggiono

Franco Papini, anima del Museo

Lo Storico Museo del Cuggionese piange Franco Papini: "Le conoscenze si fissano nella memoria e non si perdono, quando sono trasmesse con passione amore e competenza", lo ricorda Gabriele Calcaterra.

"Oggi il Museo perde parte della sua anima e molte domande non troveranno più risposta". Con queste parole, cariche di commozione, Gabriele Calcaterra, presidente dello Storico Museo del Cuggionese, ha voluto ricordare Franco Papini, scomparso all’età di 87 anni. Un uomo che non è stato soltanto un appassionato cultore di storia locale, ma il cuore pulsante di una delle realtà culturali più importanti del paese.

Era stato chiamato a presiedere il Museo più di quarant’anni fa da Pinetto Spezia, uno dei fondatori. Da allora, Papini non se n’è più staccato: il Museo era diventato la sua casa, la sua missione, la sua passione. Ne conosceva ogni oggetto, ogni fotografia, ogni documento, e di ciascuno sapeva raccontare la storia, il contesto, l’aneddoto. "Era il volto culturale più profondo del Museo – ricorda Calcaterra – la “banca dati” vivente per chiunque volesse riscoprire la storia di Cuggiono o le proprie origini".

Con il suo inconfondibile piglio toscano e un sorriso sempre pronto, Papini sapeva incantare i visitatori, grandi e piccoli, trasformando ogni visita in un viaggio nel tempo. Amava in particolare la Sala delle Armi, dove custodiva con rispetto oggetti appartenuti a soldati tornati dalle guerre “con o senza le scarpe”. In quelle stanze, tra cimeli, fotografie e racconti, riusciva a trasmettere non solo conoscenza, ma anche umanità e memoria viva.

Franco Papini era arrivato a Cuggiono da bambino, durante la Seconda guerra mondiale, per sfuggire ai bombardamenti su Milano. Qui aveva trovato una nuova casa e, negli anni, un amore profondo per la storia e la cultura del paese. Nella sua abitazione, come racconta Calcaterra, conservava scaffali di libri, fotografie e documenti: un vero e proprio archivio privato, dove ricostruiva con meticolosa passione le vicende del territorio.

Nel 2009, grazie alla sua instancabile ricerca, vide la luce il volume “Cuggiono, la sua Storia”, a firma di Giovanni Visconti e pubblicato dal Museo: un testo che ancora oggi rappresenta il punto di riferimento per chi voglia conoscere le radici del paese. Tra i tanti meriti di Papini, anche la salvaguardia dell’archivio Bossi e di molti altri documenti preziosi, che senza il suo intervento sarebbero andati perduti.

"Era sempre aperto a ogni nuova proposta culturale – scrive ancora Calcaterra – e organizzava con cura sale e vetrine, creando percorsi logici e appassionanti, che poi seguiva di persona come guida". Fino a poco tempo fa, continuava a riflettere sul futuro del paese e sul valore della memoria: “Cuggiono ha un’unica statua, quella del Piave”, diceva, ricordando come il San Giorgio oggi sulla facciata della Basilica fosse un tempo in piazza, donato alla chiesa nel 1846. "Sarebbe bello – confidava – rivederlo un giorno di nuovo tra la gente".

Con la scomparsa di Franco Papini, il Museo del Cuggionese perde non solo un presidente storico, ma un testimone autentico della sua identità. Tuttavia, resta il suo esempio, la sua dedizione e il sapere che ha saputo trasmettere, "un patrimonio – conclude Calcaterra – che ci impegna a continuare il suo lavoro e a portare la sua memoria alle prossime generazioni".

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