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Arconate, Castano Primo, Cuggiono, Sociale, Bernate Ticino, Milano

Una “Notte dei Santi” che illumina il cuore dei giovani

Presenti diversi gruppi dei nostri paesi: Castano Primo, Cuggiono, Bernate e Arconate. L’Arcivescovo ha ricordato san Carlo Acutis, figura giovane e contemporanea scelta come icona della serata.

Nel cuore pulsante di Milano, tra i rumori della movida e il luccichio delle vetrine sotto una pioggia leggera, la sera del 31 ottobre ha avuto un sapore diverso per migliaia di adolescenti della Diocesi ambrosiana. Tra loro, anche i gruppi provenienti da Castano Primo, Cuggiono, Bernate Ticino e Arconate: ragazzi e ragazze che hanno scelto di vivere la “Notte dei Santi”, un appuntamento ormai tradizionale promosso dalla Diocesi di Milano e dalla Fondazione Oratori Milanesi come risposta luminosa al più commerciale “dolcetto o scherzetto”. Una proposta alternativa, ma soprattutto autentica: non leggende di paura o maschere effimere, bensì volti di donne e uomini che hanno scritto la storia della santità e dell’umanità, testimoniando un amore concreto, quotidiano, capace di cambiare la vita. “La città è un luogo in cui si può diventare santi” – ha ricordato l’Arcivescovo citando san Carlo Acutis, figura giovane e contemporanea scelta come icona della serata – un invito a guardare la metropoli non come un deserto di solitudini, ma come un terreno fertile dove la fede può germogliare. Muniti di Qr code per accedere all’“Enter room” e scoprire gli itinerari, oltre un migliaio di partecipanti, accompagnati da educatori e animatori, hanno attraversato le vie del centro, passando da piazza del Duomo a San Babila, da San Fedele a piazza Fontana. In piccoli gruppi, tra giochi e momenti di riflessione, hanno incontrato storie di santi e di persone comuni, riscoprendo parole dimenticate come ascolto, empatia, perdono, fiducia, umiltà. Nelle piazze, i cerchi formati dai ragazzi hanno rappresentato visivamente la coralità di chi sceglie di “non essere fotocopia”, ma parte viva di una comunità che si costruisce insieme. La meta finale è stata il Duomo, che per una notte si è trasformato in una grande casa accogliente. Qui i giovani sono stati accolti, a turni, dai tre vescovi ausiliari – monsignor Franco Agnesi, monsignor Giuseppe Vegezzi e monsignor Luca Raimondi – per un breve momento di preghiera e riflessione. Don Stefano Guidi, direttore della FOM, ha guidato il rinnovo della professione di fede al battistero, mentre davanti all’altare maggiore è stato proclamato il Vangelo di Giovanni. In un Duomo silenzioso e maestoso, privo del brusio turistico, la luce delle vetrate e il profilo dei santi hanno creato un’atmosfera di profonda bellezza e raccoglimento. Ed è lì che molti adolescenti hanno sentito risuonare le parole dell’Arcivescovo Mario Delpini: “Si può dire, si deve dire, che l’adolescenza è un tempo adatto per diventare santi”.

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