Cuggiono, Nosate, Robecchetto, Turbigo, Sociale, Bernate Ticino
Dopo l'aggravarsi delle condizioni degli ultimi mesi, si è spento nella serata di lunedì 20 ottobre. Ex parroco di Casate, Turbigo (e degli albori della comunità pastorale In Binda), per poi arrivare a Castelletto di Cuggiono.
Un sacerdote è innanzitutto un uomo. Spesso la pretesa dell’infallibilità porta a considerarli non più come persone, ma come ‘istituzioni’. Don Giampiero Baldi, che nella serata di lunedì 20 ottobre si è spento dopo l'aggravarsi delle condizioni di salute degli ultimi mesi, è stato però un sacerdote di preghiera, fede, autentica spiritualità, ascolto. Di una fine ironia, grande tempra e perseveranza.
Difficile immaginare, nel lontano ottobre 1948, al suo ingresso in seminario, il percorso che avrebbe seguito, tanto da renderlo molto caro e conosciuto per tutto il decanato di Castano Primo: prima a Casate, dove passò diversi anni, prima del lungo periodo alla guida della comunità di Turbigo (e degli albori della comunità pastorale In Binda con Robecchetto, Malvaglio e Nosate), per poi arrivare a Castelletto di Cuggiono. Nel suo servizio ha sempre prestato grande attenzione ai momenti di relazione e ascolto dei fedeli, di cura delle celebrazioni e nell'organizzazione di momenti culturali. Ha accompagnato nella crescita di fede più generazioni che ora lo ricordano con affetto e preghiere.
A settembre 2012 salutava Turbigo con questa predica, un po' un testamento spirituale che ancora oggi risuona nel suo annuncio evangelico:
“Non posso che ringraziare tutti voi con la più grande magnanimità del cuore - disse don Giampiero durante l’omelia - per avermi accompagnato in questi anni e per avermi voluto salutare in questo modo. Il mio ringraziamento si può riassumere con tre immagini proposte dalle letture di oggi. In primo luogo, che voi come Chiesa siete la vera Sposa di Cristo, io sono solo l’amico dello Sposo, per cui è lui che dovete sempre festeggiare e ringraziare. La seconda riflessione è un invito a farvi continuare nel cammino di fede. alle volte anche noi sacerdoti abbiamo la pretesa di sentirci più grandi di Gesù, questo non è vero, siamo un’unica Chiesa e ovunque noi siamo ci ritroviamo ogni volta che celebriamo messa. Il terzo pensiero è invece un ‘testamento’ o supplica: trovarmi qui a festeggiare con voi dopo 26 anni, in attesa di rinnovarmi in un’altra realtà, con un nuovo parroco in arrivo, è segno che la Chiesa è ancora viva e rinasce sempre. Continuate a collaborare e a mettervi a disposizione”
La lettera di un parrocchiano di Turbigo che ci aveva inviato nel 2012 quando lasciò Turbigo per trasferirsi a Castelletto:
"Noi uomini abbiamo sempre guardato i segni, quelli del cielo e della terra, per l'agricoltura, per i lunghi viaggi, per il clima. Dico questo perché vorrei salutare un uomo di Dio che è stato un segno per ventisei anni a Turbigo. Un punto fermo per noi fedeli e guardando proprio quei segni mi accorgo che è stato pastore in 3 paesi, Quinto Romano, Casate e, appunto, Turbigo. Ebbene in tutti questi paesi passa il Naviglio, acqua che corre, simbolo di purezza e limpidezza d'animo. Tutte le sue Parrocchie sono dedicate alla Madre di Dio, quella Madre che lo accompagna sempre, quella Madre che don Giampiero ci ha insegnato ad amare con il suo esempio quotidiano. Se devo trovare una parola che possa descrivere don Giampiero mi viene in mente "innamorato di Dio", del suo sacerdozio. L'ho sempre visto compiere ogni cosa in ogni secondo della sua vita in nome di Dio, questa è una grazia, un miracolo di Dio. Sono grato allo Spirito Santo che ci ha mandato questo pastore, prego il Signore che lo tenga sempre nel suo cuore, che i semi da lui gettati portino tanti frutti nel nostro paese. Grazie don Giampiero". Uno dei tuoi tanti parrocchiani.