Cuggiono, Sociale, Castellanza
“In un mondo devastato dall’individualismo, dalle guerre e dalle ingiustizie – spiegano gli organizzatori – sentiamo urgente il dovere di reagire con un sogno nuovo di fraternità e giustizia sociale”.
Un viaggio che è molto più di una semplice pedalata: è un cammino di speranza, di testimonianza e di impegno civile. Sabato scorso, 4 ottobre, è ufficialmente partita da Castellanza la delegazione composta da venti ciclisti del Coordinamento Bicipace e del Tavolo In Cammino per la Pace, diretta verso Perugia per partecipare, domenica 12 ottobre, alla tradizionale Marcia della Pace Perugia–Assisi. Dieci giorni di viaggio, oltre 500 chilometri da percorrere sulle due ruote, attraversando città, paesi e territori ricchi di storia e di valori, per portare ovunque un unico messaggio: “Pace, giustizia e basta guerre”. “In un mondo devastato dall’individualismo, dalle guerre e dalle ingiustizie – spiegano gli organizzatori – sentiamo urgente il dovere di reagire con un sogno nuovo di fraternità e giustizia sociale”. Nel corso del tragitto, i ciclisti stanno incontrando associazioni locali, studenti e amministrazioni comunali, per confrontarsi e condividere momenti di riflessione sul valore della pace e dell’impegno collettivo. Tra le tappe più significative del percorso anche il Museo dei Fratelli Cervi a Campegine, luogo simbolo della Resistenza e della memoria. Sabato mattina, la carovana della pace ha fatto sosta lungo il Naviglio di Castelletto di Cuggiono, per una breve pausa prima di riprendere il cammino verso sud. Un momento semplice ma denso di significato, come ha sottolineato il sindaco Giovanni Cucchetti in un post social:“È stato un piacere accogliere lungo il nostro Naviglio la delegazione di Bicipace e dell’Associazione In Cammino per la Pace. Il loro viaggio verso Perugia è un segno concreto di impegno e speranza, un invito a non restare indifferenti di fronte alle guerre e alle ingiustizie che ancora affliggono il mondo.”Tra i partecipanti figura anche un volto noto a Cuggiono, Carlo Motta, che con la sua bicicletta e la sua passione contribuisce a portare avanti il messaggio universale della non violenza. Ogni giorno, il gruppo aggiorna un ‘Diario di Bordo’ digitale, dove vengono raccolte testimonianze, immagini e riflessioni per permettere a tutti di seguire, anche a distanza, le tappe di questo cammino. Un’iniziativa che, da oltre quarant’anni, unisce idealmente persone, territori e generazioni, ricordando che la pace non è un’utopia lontana, ma un percorso quotidiano fatto di gesti, incontri e – come in questo caso – di pedalate che diventano passi di umanità.