Editoriali
"E voglio i nomi di chi ha mentito di chi ha parlato di una guerra giusta..." cantavano Liga, Jova e Pelù. Ed è dai tempi della guerra in Kosovo che non c'erano così grandi manifestazioni per la pace. E in piazza, oggi, ci sono famiglie e ragazzi che hanno visitato i campi di sterminio, hanno studiato le guerre e vogliono che il "mai più" non sia solo una frase di circostanza.
Chi irride, schernisce, si arrabbia con chi era in piazza oggi forse non ha capito il senso delle manifestazioni... Alcuni lo fanno per 'partito', ed è comprensibile, anche non accettabile, ma bisognerebbe un attimo fermarsi e chiedersi perchè così tanta gente, in tutta Italia, quasi tutti con grande senso civico (i delinquenti ci sono sempre, in ogni evento/raduno), per una sola voce: "Pace! Palestina libera".
Si può provare a sminuire dicendo che lo sciopero non era la forma corretta, ma è solo un velo di ipocrisia per non chiedersi perchè? Perchè bambini, famiglie, ragazzi, di sinistra e di destra, apolitiche, credenti e non, giovani, lavoratori, studenti,... tutti insieme perchè stufi di assistere impotenti alla morte di migliaia di bambini e famiglie di Gaza.
C'è un limite a tutto e qui il limite è stato superato, da tanto, troppo, tempo: lasciare un popolo affamato, uccidere strumentalmente i bambini per indurre le famiglie ad andarsene, è un genocidio. A cui assistiamo in diretta ogni giorno.
Come se le decine di 'Giornate della Memoria', le visite ai campi di concentramento, i film, le testimonianze... non avessero significato nulla. E invece hanno significato, son rimaste nella memoria, nella mente e nei cuori, per una promessa di non rivivere mai più ciò che nonni e bisnonni hanno sofferto. Per questo ogni grido, ogni cartello, ogni protesta ha senso, perchè se anche nessun bambino al di là del Mediterraneo lo sentirà, un giorno la storia ricorderà che tanti, tantissimi, hanno voluto dire "no" a questo modo di gestire i conflitti, le guerre e gli orrori.