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Sociale

"Non sciupate la vita"

La canonizzazione di San Carlo Acutis e San Pier Giorgio Frassati: un messaggio ai giovani e uno spunto a come vivere una vita piena di significato.

Roma ha vissuto una domenica che resterà nella storia. Piazza San Pietro, gremita di giovani e famiglie provenienti da ogni parte del mondo, si è riempita di canti, applausi, lacrime ed emozione per la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati. Due volti, due storie, due epoche diverse, ma un’unica testimonianza: quella di una vita vissuta con il cuore rivolto a Dio. Carlo, ragazzo dei nostri tempi, morto a soli quindici anni nel 2006, ha vissuto la sua breve vita con una fede semplice e contagiosa, portando il Vangelo nella quotidianità e persino nel mondo digitale. Pier Giorgio, giovane torinese degli anni Venti del Novecento, alpinista, studente, impegnato tra le associazioni cattoliche e le opere di carità, è stato definito “l’uomo delle otto beatitudini”. Durante l’omelia, Papa Leone ha consegnato parole che hanno colpito tutti per chiarezza e profondità. “Guardiamo a San Pier Giorgio Frassati e a San Carlo Acutis — ha detto il Pontefice — un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui”. “’Non io, ma Dio’, diceva Carlo. E Pier Giorgio: ‘Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine’. Questa è la formula semplice, ma vincente, della loro santità.” Richiamandosi alla liturgia del giorno, Papa Leone ha evocato il giovane re Salomone, che chiese al Signore non ricchezze né gloria, ma un dono ancora più grande, la sapienza, per vivere rettamente. Il Papa ha voluto lanciare un appello ai ragazzi e alle ragazze di oggi: “I santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”, una scelta incarnata mettendo Dio al centro delle loro azioni quotidiane. “Entrambi — ha aggiunto — hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica” e ancora “Tutti e due avevano una grande devozione per i Santi e per la Vergine Maria, e praticavano generosamente la carità. Pier Giorgio diceva: ‘Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo’. Chiamava la carità ‘il fondamento della nostra religione’ e, come Carlo, la esercitava soprattutto attraverso piccoli gesti concreti, spesso nascosti, vivendo quella che Papa Francesco ha chiamato la santità ‘della porta accanto’”. Al momento della proclamazione, quando Papa Leone ha pronunciato solennemente le parole che li iscrivevano nell’Albo dei Santi, la piazza è esplosa in un applauso prolungato. Giovani con le bandiere, famiglie intere, gruppi parrocchiali e associazioni hanno alzato le mani al cielo, molti commossi fino alle lacrime. Era la conferma che questa canonizzazione non era solo un atto ufficiale della Chiesa, ma una festa del popolo di Dio, un segno che parla al presente. Carlo Acutis, primo santo millennial della Chiesa, e Pier Giorgio Frassati, giovane del secolo scorso, diventano così compagni di cammino per le nuove generazioni. Insieme ricordano che la santità è giovane, gioiosa, concreta. È la possibilità di ogni giorno trasformato in dono. La giornata di domenica, che ha visto la partecipazione di molti ambrosiani, tra cui adolescenti di Cuggiono, giovani da Castano Primo e un gruppo da Turbigo, rimarrà nella storia della Chiesa. (foto di Andrea Cherchi)

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