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Salute

Vaccini per l'influenza

Influenza, De Lillo (Omceo Roma): Medici base già chiesto dosi necessarie vaccino: "Il sistema si sta preparando al meglio".

"Come ogni abbiamo la 'fortuna' di conoscere in anticipo il ceppo e la gravità del virus dell'influenza proveniente da Paesi dell'altro emisfero, tra i quali l'Australia in modo particolare. E sembra proprio che il virus di quest'anno avrà una particolare virulenza. Come tutti gli anni, tramite le Regioni il Servizio sanitario nazionale si è già organizzato: i medici di base, infatti, hanno chiesto il quantitativo di dosi di vaccino, necessarie per affrontare al meglio questa epidemia influenzale stagionale che arriverà in Italia nel prossimo autunno". Lo spiega all'agenzia Dire il vicepresidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Roma, Stefano De Lillo.

"Come ogni anno- ricorda- non solo abbiamo la possibilità di tutelare noi e i nostri figli ma anche di realizzare quella immunità di gregge, quella immunità sociale, che permetta di proteggere anche quanti non possono fare il vaccino. Un fatto, questo, che eviterebbe inoltre costi enormi in termini economici ma soprattutto rischi di morbilità e mortalità".

"L'Italia- evidenzia De Lillo- ha il primato di longevità, quindi di vita buona e per lungo tempo: è per questo che dobbiamo essere consapevoli, intelligenti e accorti nel continuare sulla strada della prevenzione, garantita proprio dalla vaccinazione antinfluenzale stagionale".

"Una vaccinazione- tiene a precisare il numero due dell'Omceo della Capitale- che può essere fatta sia nei bambini, negli studi dei pediatri di famiglia, sia nelle persone più fragili, ovvero gli aver 65. Ma anche in coloro che abbiano un rischio aumentato a causa di determinate malattie, come ad esempio il diabete, le patologie respiratorie o quelle cardiovascolari".

Stefano De Lillo aggiunge poi che "tutto questo non solo permetterà di avere una protezione personale, ma impedirà anche quell'afflusso esagerato nei Pronto soccorsi, un vero e proprio carico sul Servizio sanitario nazionale che danneggerà inevitabilmente anche la possibilità di assistenza per quanti finiranno proprio in Pronto soccorso per altre patologie".

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