Energia & Ambiente
Un “ornamento” bianco tra i rami che nasconde un parassita di origine asiatica. Nuovo allarme per il nostro territorio. Cosa fare?
Sta diventando una presenza sempre più comune nei parchi, nei giardini e lungo i viali alberati dei nostri territori: si chiama Takahashia japonica ed è una cocciniglia originaria dell’Asia, ormai stabilmente insediata anche in Lombardia. A segnalarla è il Servizio Fitosanitario regionale, che invita cittadini, tecnici e amministrazioni a prestare attenzione a questo nuovo parassita vegetale.
Il segno più evidente della presenza della Takahashia japonica sono gli ovisacchi bianchi, di forma circolare, che compaiono sui rami degli alberi infestati. Una sorta di “ghirlanda” dal colore candido che può trarre in inganno i meno esperti, ma che in realtà racchiude centinaia, se non migliaia, di minuscole uova destinate a schiudersi dando vita a nuove neanidi, le forme giovanili della cocciniglia.
Nonostante l’aspetto vistoso e la prolificità dell’insetto, al momento non si registrano danni gravi alla vegetazione. Tuttavia, in presenza di infestazioni massicce, sono stati osservati disseccamenti dei rami, con conseguente stress per la pianta colpita.
La Takahashia japonica può infestare numerose specie arboree, tra cui:
Acero (Acer spp.)
Albero di giuda (Albizzia julibrissin)
Bagolaro (Celtis australis)
Carpino bianco (Carpinus betulus)
Gelso bianco e nero (Morus alba e nigra)
Liquidambar (Liquidambar styraciflua), finora considerato esente da patogeni in Europa.
Una buona notizia c’è: l’insetto non è pericoloso né per l’uomo né per gli animali domestici. Il problema è esclusivamente legato alla salute delle piante e, di conseguenza, alla qualità del verde urbano e agricolo.
Per ora non esistono trattamenti chimici ufficialmente riconosciuti per l’eradicazione del parassita. Tuttavia, in presenza di focolai circoscritti si può procedere con:
Potature fitosanitarie, tagliando e distruggendo i rami infestati.
Trattamenti con insetticidi contenenti acetamiprid, il principio attivo che ha mostrato una certa efficacia nella letteratura scientifica.
Valutazione di predatori naturali, come alcune specie di coccinelle, e lo studio di preparati biologici, tra cui funghi entomopatogeni.
L’invito del Servizio Fitosanitario è a non sottovalutare la presenza di questi segni bianchi, ma nemmeno ad allarmarsi inutilmente. L’adozione tempestiva di buone pratiche agronomiche può infatti limitare la diffusione dell’infestazione.
DOVE TROVARE INFORMAZIONI
Per chi desidera approfondire, segnalare un caso sospetto o ricevere indicazioni tecniche aggiornate, sono disponibili:
La pagina ufficiale del Servizio Fitosanitario della Regione Lombardia:
fitosanitario.regione.lombardia.it
L’app “FitoDetective”, per inviare segnalazioni geolocalizzate di piante colpite.
L’indirizzo email per contatti e richieste:
infofito [at] regione [dot] lombardia [dot] it
Mantenere alta l’attenzione, imparare a riconoscere i segnali e agire in modo coordinato: è questa la strategia migliore per contenere il “nuovo ospite” del nostro verde.