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Magenta, Energia & Ambiente, Robecco

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Monitoraggio della Peste Suina nel Parco del Ticino

Guardia Parco, Esercito Italiano e unità cinofile dell'ENCI: martedì mattina l’attività congiunta di rimozione di resti di animali selvatici ha interessato l’area tra Magenta e Robecco sul Naviglio.

Guardia Parco, Esercito Italiano e cani molecolari dell’Enci in prima linea contro la diffusione della peste suina africana nel territorio del Parco. L’ennesima attività di controllo congiunta si è svolta nella zona compresa tra Magenta e Robecco sul Naviglio. L'epidemia di peste suina africana si diffonde anche attraverso i selvatici, pertanto, diviene fondamentale riuscire a controllare tutto il territorio per rimuovere i resti di animali rinvenuti morti in quanto veicolo del virus.
Rammentiamo inoltre che è fondamentale che tutti gli escursionisti, che a diverso titolo frequentano il nostro Parco naturale, adottino le misure di biosicurezza che si devono rispettare per svolgere attività all’aperto quali trekking , pesca, biking…., che possono essere facilmente individuate sul sito di Regione Lombardia al seguente link: https://www.regione.lombardia.it/.../peste-suina-africana...

Solo l’impegno da parte di tutti potrà interrompere la diffusione del virus e permetterci, nel lungo periodo, di uscire dalla situazione di emergenza.
“Il Parco del Ticino continua a mobilitare tutte le risorse umane disponibili per affrontare questa sfida contro la diffusione della peste suina africana. Desidero ringraziare sinceramente il vicecommissario Chiari, l'Esercito Italiano con i militari del 1° Reggimento Trasmissioni di Milano per il supporto che ci stanno offrendo; ringrazio inoltre l’ENCI per aver reso disponibili i cani molecolari per questa importante attività – dichiara Ismaele Rognoni - Presidente del Parco del Ticino -. Il prefetto di Milano Claudio Sgaraglia ha recentemente riconosciuto l'importanza delle nostre azioni di controllo e contenimento nel Parco; stiamo intensificando questo lavoro proprio grazie alle collaborazioni che rendono ancora più efficaci i nostri interventi. Un sentito ringraziamento va a tutti gli operatori faunistici volontari per il loro fondamentale contributo duraturo negli anni e ai nostri Guardiaparco che ogni giorno dedicano tempo ed energie alla protezione del nostro amato parco.”
“In queste importanti operazioni di ricerca – spiega il direttore dell’Ente, Claudio de Paola -, il Parco del Ticino è supportato dal personale addestrato dell'Esercito italiano che, insieme ai nostri Guardiaparco e alle unità cinofile dell'Enci e supportate dai cani molecolari per la ricerca dei resti di animali morti, effettua un monitoraggio delle zone boschive del parco del Ticino. Una volta rinvenuti questi resti, vengono attivate immediatamente le procedure di rimozione per prevenire ulteriori contagi dovuti al possibile aumento della diffusione del virus “.
“Qui – sottolinea il comandante dei Guardiaparco, Mirko Mereghetti – abbiamo già trovato altri resti come monito di possibile presenza di ulteriori animali. Queste azioni congiunte sono iniziate circa un anno fa nella provincia di Pavia e continuano oggi in altre aree del Parco del Ticino. I nostri Guardiaparco sono impegnati almeno due volte a settimana: il martedì solo con i cani molecolari dell'ENCI e il giovedì anche insieme al personale dell’Esercito Italiano. Inoltre, accompagniamo sempre il personale addetto al recupero degli animali. Seguendo le indicazioni della Regione Lombardia, eseguiamo, considerando la complessità del territorio da monitorare, controlli sistematici su aree di circa un chilometro quadrato ciascuna. Il nostro sforzo è quello di coprire il più possibile ogni zona in cui potrebbero trovarsi resti di animali selvatici. Questo impegno non si limita solo al territorio lombardo ove collaboriamo con l’ATS della provincia di Milano ma anche, con il personale dell’ASL di Novara, in Piemonte dove sono stati trovati dei resti soprattutto nel Comune di Cerano.”

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