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giovedì 28 marzo 2024 | ore 20:46

Là, sui 4 mila metri dell'Atlantico

Un'altra bellissima esperienza per Gianluca Moreschi, prof milanese iscritto alla 'Podistica Castanese': ha raggiunto le vette da 4 mila metri del Marocco.
Castano Primo - Il 'prof' alla conquista dei 4 mila metri

Com’è quel vecchio detto: “Impresa chiama impresa!”. Beh… è vero eccome. Altroché se lo è. Soprattutto se protagonisti sono Gianluca Moreschi e Giovanni Storti. La coppia che va di corsa, qualcuno li ha già ribattezzati proprio così, e in fondo diversamente forse non potrebbe essere, perché dopo avere attraversato nel 2015 i vulcani attivi d’Italia (Vesuvio, Etna, Stromboli e Vulcano), eccoli sempre e di nuovo insieme stavolta sulle vette da 4 mila metri della catena Atlantica in Marocco. “E’ stata un’esperienza eccezionale – spiegano il professore di matematica milanese, quest’ultimo tra l’altro iscritto all’Asd Amici dello Sport – Podistica Castanese di Castano Primo, e il comico del trio ‘Aldo, Giovanni e Giacomo’ – Al di là dei paesaggi incontrati durante il tragitto e dell’avventura in sé, il bello è stato aver condiviso il percorso con un gruppo di altri amici (Fabio Civati, ex amministratore comunale del comasco, e Franz Rossi, più 5 persone che ci hanno seguito e dato supporto)”. Pronti via, allora, e l’avventura ha potuto cominciare. Castano Primo - Sui 4 mila metri del Marocco “L’unico rammarico, se così si può chiamare, è non essere riusciti a fare tutte le 8 vette che avevamo programmato – continuano Giovanni e Gianluca – Alla fine, infatti, completamente ne abbiamo concluse 4, le restanti 4 comunque ci siamo andati vicini, ma era davvero difficoltoso e pericoloso raggiungere la cima (il terreno troppo sconnesso in più punti). Invece le 4 vette ultimate (Toubkal, Toubkal w, Timesguida e Imouzzer) ci hanno regalato una grandissima soddisfazione e gioia”. Tutte, come detto, oltre i 4 mila metri e se per alcuni tratti i percorsi erano tracciati, in altri si è dovuto fare affidamento solo e soltanto sulle proprie forze e capacità. “Abbiamo dovuto alternarci tra corsa e arrampicata – raccontano – Però dobbiamo ammettere che in quegli istanti la fatica c’era, ma quasi non si sentiva. L’adrenalina, la tensione e la grinta sono stati più forti di ogni cosa. L’arrivo sulla cima, poi, è stato qualcosa di fantastico: ce l’abbiamo fatta in un giorno e adesso a ripensarci viene ancora la pelle d’oca. Sono posti meravigliosi, luoghi particolari che ricorderemo per sempre”. Dai vulcani attivi alla catena Atlantica del Marocco: passato e presente, mentre per il futuro? “Qualche idea c’è, vediamo – concludono – Non vogliamo comunque svelare ancora nulla”.

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