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giovedì 28 marzo 2024 | ore 09:47

Nuoto, bici e corsa... chiamateli 'Ironman'

Un gruppo di sette amici (iscritti all'Autonosate Triathlon) in gara all'Ironman Austria Triathlon. "Una competizione unica e eccezionale che porteremo sempre nei ricordi".
Sport - I 'magnifici sette', come sono stati ribattezzati

Nuoto, bici e corsa… una dopo l’altra, senza mai fermarsi, senza sosta. Quattro chilometri circa, 180 subito dopo e ancora gli ultimi 42. Si scrive ‘Ironman’, si legge una prova che va ben oltre la semplice e sola forza fisica. Perché se resistenza, grinta e tenacia sono certamente le componenti essenziali, non possono e non devono mancare, però allo stesso tempo, la concentrazione e la gestione del proprio corpo. Fino alla fine, insomma, usando le gambe e le braccia, ma soprattutto la testa… Lo sanno bene Cristiano Paratico, Matteo Fabbri, Maurilio Canina, Fabio Locarno, Gianbattista Capoferri, Claudio Ateri e Carlo Caimi: da Castano, Cuggiono, Turbigo e Robecco tutti insieme in gara all’Ironman Austria Triathlon, là a Klagenfurt, uno dei principali appuntamenti in questo senso in Europa. “E’ stato qualcosa di unico ed eccezionale – raccontano al loro rientro i fantastici sette (come sono già stati ribattezzati) – Non è solamente la manifestazione in sé a lasciarti dentro sensazioni davvero speciali, bensì è ciò che c’è attorno. Parte la prova e senti l’adrenalina che sale, la tensione e l’emozione; poi chilometri dopo chilometri sei avvolto dal calore e dall’affetto della gente. In ogni angolo ci sono persone che ti incitano e fanno il tifo, dandoti la carica giusta anche nei momenti più complicati”. E le difficoltà ci sono eccome quando devi affrontare, uno dopo l’altro, 3,8 chilometri a nuoto, 180 in bicicletta e poco più di 42 di corsa. “Serve una buona preparazione – continuano – Era da diversi mesi, infatti, che ci stavamo allenando per questa competizione. In gruppo o ognuno per conto suo, a secondo delle disponibilità del momento, uscivamo praticamente o quasi tutti giorni: andavamo a nuotare, poi ci concentravamo appunto sulla corsa e il sabato oppure la domenica si saliva in sella e via 130 – 140 chilometri per prendere il ritmo. Chi da più tempo, chi da meno, comunque, abbiamo già preso parte ad alcuni triathlon (e qualcuno pure a qualche ironman; siamo iscritti all’Autonosate Triathlon), però quando sei alla partenza è come se fosse la prima volta. Il cuore che batte forte, pensi “ce la farò?” e poi lungo il percorso capisci che stai compiendo qualcosa di bellissimo. Oggi siamo tornati a casa con la felicità e la soddisfazione per essere arrivati fino in fondo (i tempi vanno dalle 10 alle 12 ore e mezza circa), ma in modo particolare con la consapevolezza di avere partecipato ad una manifestazione che porteremo sempre nei nostri ricordi. Dispiace solo che avremmo dovuto essere in otto, purtroppo però Marco Demitri non ha potuto essere dei nostri causa infortunio, anche se era come se fosse ugualmente con noi”.

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