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venerdì 29 marzo 2024 | ore 16:58

"Materna statale, non comunale..."

Scuola dell'Infanzia statale: il dibattito è sempre più acceso. Un gruppo di genitori e cittadini favorevoli prosegue la raccolta firme e ci tiene a precisare alcuni punti.
Castano Primo - Bambini a scuola (Foto internet)

Hanno in programma un gazebo informativo e per continuare la campagna di raccolta firme, domenica (3 luglio) in piazza, ma intanto ci tengono che venga fatta chiarezza (una volta per tutte) su una vicenda che ormai da diverse settimane ha acceso il dibattito, la discussione e le polemiche in città. La scuola Materna statale, insomma, tra pro e contro, è sempre più al centro delle attenzioni e ancora una volta, allora, sono quei genitori o semplici cittadini favorevoli a questa possibilità e ipotesi a scendere in campo. “Vogliamo rassicurare la popolazione: non è prevista, non esiste nessuna valutazione e non è in programma alcuna scuola dell’Infanzia comunale – affermano attraverso un comunicato stampa – La cosa sembrerebbe evidente, ma pare sia il caso di puntualizzarla. Le iscrizioni che si stanno raccogliendo, infatti, sono rilasciate, ritirate e gestite dall’istituto scolastico statale (il Comprensivo Falcone e Borsellino) e le regole di definizione della graduatoria sono state approvate dal consiglio d’istituto della stessa scuola. Nella medesima delibera, poi, il dirigente scolastico ha confermato che l’iter è in corso e procede e lo hanno confermato altresì i funzionari del Provveditorato con i vari interventi sui mezzi di informazione”. Parlare, perciò di realtà comunale (vogliono precisarlo) non ha alcun riscontro né purtroppo c’è ancora certezza che nuova scuola si farà, ma se si farà sarà statale. “Per i costi di un struttura statale, inoltre, si riscontra dai bilanci comunali che sono inferiori a 10 mila euro, questo dal secondo anno, e per di più utilizzando un edificio già in funzione non si avrebbero particolari spese legate all’utenza come luce e gas o al mantenimento del verde. Ovviamente il primo anno ci sono dei costi di avviamento da sostenere, mentre per l’immobile i soldi stanziati vengono da una voce di bilancio già preposta a lavori di ristrutturazione del plesso di via Giolitti – continuano – A chi sostiene che invece di fare una scuola statale si dovrebbe aumentare il contributo a quella privata, facciamo notare che se si volesse portare il costo per le famiglie a 90 euro (cifra simile a quanto pagherebbero frequentando la realtà statale; dove si paga solo il buono pasto), il Comune dovrebbe portare il contributo dagli attuali 90 mila euro appunto a 260 mila all’anno. E se ciò portasse all’iscrizione di altri bambini, come auspicano, e si arrivasse a coprire i posti liberi con 230 alunni, il contributo totale raggiungerebbe i 330 mila euro. Spese a parte, però, ci si dimentica spesso che ad oggi i bimbi più trascurati sono quelli che, per scelta legittima delle famiglie, non vogliono frequentare la scuola privata, ma che si iscrivono alle statali dei paesi vicini. Loro non hanno contributi, non hanno diritti presso gli istituti, non vengono mai menzionati. Eppure, nonostante la loro decisione sia diversa, partecipano con le proprie tasse al sostegno per i piccoli dell’Ente Morale. Vorremmo soltanto, dunque, che questa sussidiarietà fosse uguale per entrambe le scelte”.

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