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giovedì 25 aprile 2024 | ore 01:17

Zona nord... solo un ricordo

Da parte importante della città ad area dove oggi c’è ormai poco o nulla. Oltre alle parole, adesso servono i fatti da parte delle istituzioni (politiche e religiose).
Castano Primo - La piazza San Zenone e la via Lonate

Officine meccaniche, concerie, laboratori artigianali, anche l’ufficio postale e diversi esercizi commerciali... come è lontana (anzi lontanissima) la zona nord di una volta. Care e vecchie via Lonate (e le diverse strade attorno) e piazza San Zenone: solo e soltanto, purtroppo, un ricordo. Perché, al di là di qualche iniziativa organizzata nel tempo, basta un semplice giro oltre il canale Villoresi per rendersi immediatamente conto di come quell’area, col passare dei mesi, sia e stia lentamente morendo. Da punto importante e soprattutto ‘vivo’ della città (la stessa via Lonate era utilizzata da tanti automobilisti, e non solo, per entrare o uscire da Castano; senza dimenticare, poi, i negozi e le aziende presenti per anni e anni oppure l’attività praticamente quotidiana della Parrocchia Madonna dei Poveri e del suo oratorio), insomma, a quartiere quasi abbandonato o dimenticato (scegliete voi il termine che preferite). Oggi, alla fine, infatti, di tutto ciò è rimasto poco o nulla; certo, qualche esercizio commerciale c’è ancora e un supermercato, ma chiaro è che non basta, che serve qualche azione mirata e concreta per chi vive o appunto ha il suo lavoro lì. E devono essere le istituzioni a fare qualcosa (politiche e religiose, nessuna esclusa e senza stare qui ad addossare le colpe a questa o quella, a coloro che sono venuti prima o che ci sono adesso), c’è bisogno forse di un’idea diversa di rilancio della parte nord, c’è bisogno in modo particolare di sedersi ad un tavolo, tutti assieme, e ragionare magari in maniera differente. Ben venga, lo ripetiamo, qualche iniziativa, festa, incontro e l’utilizzo di alcuni spazi per parlare con i castanesi e a disposizione di alcune associazioni e realtà, però è troppo poco! E, in ultimo, c’è da dire (forse saremmo esagerati) che da quando il raddoppio ferroviario ha cancellato definitivamente il passaggio a livello, mettendo al suo posto un muro di cemento e un sottopasso carrabile e pedonale - ciclabile, la situazione è peggiorata. Indietro, è vero, ormai non si può più tornare, ma rifletterci si può, o meglio, si deve eccome!

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